La settecentesca chiesa dell'Immacolatella, nelle campagne trapanesi di Misiliscemi. Nella foto che segue, una delle decorazioni ad affresco all'interno dell'edificio. Foto Ernesto Oliva-ReportageSicilia |
Fra Trapani e Marsala, nel febbraio del 2021 è sorto il nuovo comune di Misiliscemi. Il suo territorio, delimitato da ovest dal litorale che guarda le tre isole Egadi, mostra il legame con una secolare e diffusa produzione olivicola e vitivinicola. Si spiega così la presenza di decine di bagli e di più piccoli edifici - molti dei quali in stato di abbandono - sorti a partire dal Seicento a servizio della fiorente economia agricola. Questi bagli hanno generalmente una forma quadrangolare che, al suo interno, ha scritto Giuseppe Oddo in "Bagli e masserie di Sicilia", volume II, ( Regione Siciliana-Assessorato Agricoltura e Foreste, novembre 2001 ):
"Racchiude un vasto cortile a cielo aperto ( bagghiu ) attorno al quale si dispongono gli edifici funzionali alla conduzione dell'azienda ( stalle, fienili, magazzini, torchi, panetteria, dispensa, dormitoi ) e, in posizione di preminenza, la villa padronale. Spesso vi è anche annessa una cappella"
Una di queste cappelle, perfettamente restaurata, si trova all'interno di quella che oggi si chiama Villa Immacolatella: uno storico baglio riconvertito per attività di accoglienza, destinazione che non ne ha del tutto cancellato l'originario uso agricolo. Il piccolo edificio, costruito agli inizi del Settecento, è dedicato alla Madonna dell'Immacolatella.
Costruita in semplice pietra tufacea della zona e affrescata all'interno con raffigurazioni che celebrano le virtù della Madonna, la piccola chiesa è uno dei tanti esempi di architettura rurale trapanese ispirata a più noti modelli urbani siciliani. Più di questi, colpisce oggi per la sua armoniosa collocazione in un paesaggio rurale che ne valorizza le semplici forme architettoniche e d'arte.
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