Serradifalco, nel nisseno. Foto Ernesto Oliva-ReportageSicilia |
Grande firma del "Corriere della Sera" nella prima metà del Novecento, Arnaldo Fraccaroli è stato un prolifico autore di libri di viaggio - 16 in tutto, dall'India alle Americhe, dalla Cina alle isole del Pacifico - 34 fra romanzi, novelle e saggi, 16 biografie e 32 fra commedie e lavori teatrali. Fra questa sterminata produzione letteraria e giornalistica, Fraccaroli trovò modo di scrivere anche della Sicilia. In un reportage pubblicato dal "Corriere" nel novembre del 1934, diede conto di un viaggio che da Palermo ( con la visione ancora possibile di una Conca d'oro "verdissima e metallica di mandarini e di ulivi e di palme" ) lo portò ad Agrigento ( "apro la finestra e mi sento investire da una zaffata di profumo inebriante: nel giardino è tutto un candido stellar di gelsomini" ) e da qui, sino a luoghi meno battuti dai cronisti e dai viaggiatori nell'Isola. Fra questi, Castrofilippo - "tagliato crudo e grigio sulla linea del monte, le donne bellissime fra le case basse, le donne ammantate di nero, con profondi occhi e mistica autorità di atteggiamenti" - e Canicattì, "cittadina ventosa sopra il monte: gli abitanti si tengono fasciata la testa alle orecchie". Più lungo è il racconto della visita a Serradifalco, dove Fraccaroli - con uno spirito di osservazione proprio dei grandi giornalisti - così valuta la diversa condizione economica dei suoi abitanti:
"Rientrava la gente dai campi, e mi viene fatta notare la diversità di condizione delle famiglie giudicata dalla diversità delle cavalcature.
A non calcolare quelli che vanno a piedi, e sono pochi, il più modesto è costituito dai coniugi che si servono di un solo somarello per farsi portare tutti e due sullo stesso dorso. Poi viene la famiglia che ha un carretto: è già un buon avanzamento. Ma siccome è preferibile cavalcare, l'avere un mulo è considerato come un gradino più su nella scala della agiatezza, anche se il mulo deve portare insieme uomo e donna. Due muli, uno per il marito uno per la moglie, costituiscono già mezza ricchezza, ma la vera distinzione si raggiunge quando il marito, che ha già il cavallo, può offrire un cavallo bianco alla sua donna. A Serradifalco, al tramonto, vecchi montanari stavano seduti a discorrere sulla soglia delle case, alla moda siciliana, e file di capre vagavano per la lunga strada diritta del paese ( quasi ovunque i paesi hanno questa lunga strada dritta che li traversa ). A lato di ogni porta è infisso nel muro un anello di ferro. La famiglia arriva, scende, lega la cavalcatura all'anello, entra in casa, la cena è parca, il focolare e i letti sono quasi sempre nell'unica stanza al pianterreno.
Dopo cena, un pò di conversazione in strada, e qualche volta l'armonia di una canzone lenta malinconica a lunghe note strascicate si leva dall'ombra. Ma per poco. Si va a letto presto, perché al mattino bisogna alzarsi prima del sole. E tutte quelle stelle in cielo sembrano sprecate. Chi le gode? Vita dura sugli alti monti, e terreno restio"
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