Viaggio-test nell'isola del 1962 per "Quattroruote" a bordo di una berlina Simca, fra strade mediocri, monumenti e buona cucina
Le strade della Sicilia si sono spesso prestate alla presentazione di nuovi modelli di autovetture o a test di prova da parte di riviste specializzate.
Le fotografie riproposte da ReportageSicilia corredarono un servizio del mensile "Quattroruote" datato maggio 1962.
Sergio Ferrero, autore del reportage, viaggiò nel marzo dello stesso anno lungo le strade dell'isola - da Messina a Catania, quindi verso Augusta e Siracusa, da qui verso Modica, Licata, Agrigento, Mazara del Vallo e Palermo - a bordo di una spaziosa Simca "Ariane".
Occorre dire che vettura francese, dotata di un motore da 1300 cc., raccolse scarsissime attenzioni dal mercato italiano; né le giovarono al successo le doti di robustezza e comodità di marcia sugli sconnessi fondi siciliani riconosciutegli dal test di "Quattroruote".
La prova del mensile milanese ha avuto così almeno il merito di lasciarci qualche ricordo di viaggio e le fotografie riproposte dal post.
Il corso del fiume Ciane. Il reportage di Ferrero lamentava allora il recente taglio di decine di eucalipti |
L'articolo di Ferrero mise anzitutto in evidenza le cattive condizioni di viabilità dell'isola e quelle dei guidatori.
"Segnaliamo che si tratta, nel migliore dei casi, di strade mediocri, strette, con un manto tutto rattoppi, pericolosamente frastagliato ai lati, senza quasi mai una banchina laterale.
Le strade dell'interno, poi, sono spesso ridotte a tratturi.
Mediocre o scarso il traffico automobilistico, ma numerosi e pericolosissimi carri e cavalli.
I pedoni, inoltre, preferiscono camminare al di fuori dei marciapiedi, quando anche ve ne siano, mentre gli automobilisti, sicuri di avere diritto al centro della strada, stupiscono di essere invitati a scostarsene e scelgono, eventualmente, il lato sinistro, quando consentano a essere sorpassati.
Inutile insistere a pretendere precedenze o rispetto dei (mal segnati) punti di arresto: il cedere la precedenza può del resto essere accolto da un vistoso, costernato stupore".
Il tour isolano a bordo dell'"Ariane" suggerì al giornalista l'invito "a non dimenticare di visitare, a Catania, il teatro greco che sta riaffiorando dalla demolizione di un vecchio quartiere cittadino e, appena fuori di Palermo, le rovine di Solunto. Per il barocco, sostate a Noto ed a Bagheria per le ville, tra le quali la Palagonia.
Visitate, a Palermo, gli oratori con gli stucchi, stupendi, del Serpotta. A Cefalù non trascurate il piccolissimo Museo che vanta uno stupendo ritratto di Antonello da Messina. Il museo di Trapani è in restauro. Restaurata e ricca è la Pinacoteca di Palermo...".
Visitate, a Palermo, gli oratori con gli stucchi, stupendi, del Serpotta. A Cefalù non trascurate il piccolissimo Museo che vanta uno stupendo ritratto di Antonello da Messina. Il museo di Trapani è in restauro. Restaurata e ricca è la Pinacoteca di Palermo...".
Una festa di San Giuseppe in un quartiere popolare di Palermo |
Infine, la Simca accompagnò il tour alla scoperta della gastronomia locale, "ottima e piena di sorprendenti sfumature", malgrado "i ristoranti generalmente mediocri, sebbene sia possibile trovarne almeno uno, buono, per ogni centro più importante".
Interno palermitano di un teatrino dei pupi. Questo genere di spettacolo in quegli anni aveva già iniziato il suo declino |
Il racconto di Ferrero si fa dettagliato e testimonia delle assidue frequentazioni di trattorie e pasticcerie locali.
"La pasta, nelle forme tradizionali, è la base della cucina locale, il pesce la ricchezza. La carne, meno notevole, fa tuttavia buone comparse negli spiedini che la cipolla profuma.
Eccellente la verdura, eccellenti i legumi. Alla giusta stagione, piselli, fave e carciofi, riuniti nella 'frittella', forniscono un'ottima apertura di pranzo. Zucchini e melanzane conoscono la gloria della 'caponata'. Ma si voleva parlare della parte che hanno negli intingoli, nei sughi, i pinoli, l'uva secca, le mandorle tostate e sbriciolate, accompagnate bizzarramente al cavolfiore, alle sardelle, al finocchietto di montagna.
L'"Ariane" ritratta in primo piano sullo sfondo del tempio agrigentino della Concordia |
Il pane coperto di 'cumino', è gustosissimo. Eccellenti le arancine di riso, e nelle varie, le versioni, i fritti dolci e salati, le tortine di verdura, le pagnottelle calde farcite di béchamelle e di rigaglie.
Ottimi anche i dolci, dai cannoli alle cassate, alle pastine secche del 'misto', alle 'paste delle vergini', che nascondono, in un soffice cuscinetto, un cuore di cedro candito.
La pasta di mandorle, nelle forme tradizionali di frutta e in quelle, più stravaganti, di frutti di mare o di oggetti non esattamente commestibili, è pure eccellente...".
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