L'inquieta e indesiderata traversata verso Lipari dello scrittore calabrese nelle pagine di "Itinerario italiano", pubblicato nel 1933 da Bompiani
Nel suo "Itinerario italiano" pubblicato nel 1933 da Bompiani, lo scrittore e giornalista calabrese Corrado Alvaro http://www.treccani.it/enciclopedia/corrado-alvaro/raccontò un malvoluto viaggio nelle isole Eolie, frutto di un casuale incontro con due isolani:
"A Milazzo, aspettando il treno per Palermo - si legge nel reportage di Alvaro - avevo in mente tutt'altre cose che di andare a fare esplorazioni.
"A Milazzo, aspettando il treno per Palermo - si legge nel reportage di Alvaro - avevo in mente tutt'altre cose che di andare a fare esplorazioni.
Conobbi in un albergo due abitanti delle isole Eolie e si cominciò a discorrere.
Poi, dopo cena, andammo lungo la spiaggia di ponente, lastricata di cacti, a guardare il deserto mare schiumoso sotto il maestrale e le isole in fondo ferme e nelle sulle onde incerte..."
La mattina dopo - pioveva - m'imbarcai con la stessa inquietudine di chi vada alle isole Fortunate..."
A bordo del traghetto diretto a Lipari, Corrado Alvaro notò la presenza di due corone rosse destinate ad un funerale, traendone forse auspici negativi sull'esito di quel viaggio fatto di malavoglia.
A bordo del traghetto diretto a Lipari, Corrado Alvaro notò la presenza di due corone rosse destinate ad un funerale, traendone forse auspici negativi sull'esito di quel viaggio fatto di malavoglia.
Sotto la fitta pioggia, la nave "scricchiolava a ogni giro d'elica"; poi, d'improvviso, superato il promontorio di Milazzo, il cielo si liberò delle nuvole e il mare "apparve nero come il carbone e corrucciato".
Fu allora che l'orizzonte mostrò il profilo delle Eolie:
"Come spuntato dal mare, l'arcipelago si parò dal fondo, con le sue sette montagne senza riva, a picco sul mare che ad ogni spostamento del naviglio parevano alternarsi e cambiare luogo.
"Come spuntato dal mare, l'arcipelago si parò dal fondo, con le sue sette montagne senza riva, a picco sul mare che ad ogni spostamento del naviglio parevano alternarsi e cambiare luogo.
Primo, a sinistra, si scoprì il cratere di Vulcano.
A destra si scoprivano alternamente le altre isole: Panaria come una balena boccheggiante, due scogli bianchi e aguzzi fra l'impetuosa corrente del canale, Stromboli con la sua bandiera di fumo che segnava la direzione del vento: scirocco.
Nel mezzo Lipari, con le sue case orientali, di pomice sormontata da una montagna bianca bucata regolarmente come un immenso bugno.
Le isole, a picco, corrose e sezionate dal mare, avevano contorni netti che parevano incrinare il cielo, ora denso e lucente come un cristallo.
Il cielo, nell'incrinatura, era una striscia tremante e fulgida.
Tra le quattro isole che si vedevano correva quasi un'armonia di costellazioni: e delle costellazioni avevano la fermezza e la vecchiaia, e stupefacenti per questo: chè in esse la vita della terra e degli elementi era dominante, al di sopra di ogni traccia della vita degli uomini i quali ad ogni picco sul mare hanno messe immagini sacre in tabernacoli..."
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