Il campanile della Chiesa Madre di Gagliano Castelferrato, nell'ennese. La fotografia è di ReportageSicilia |
Geograficamente al centro della Sicilia - un dato attestato dall'epoca romana, quando il suo territorio prese la denominazione di "ombelico dell'Isola" - la provincia di Enna è ai margini delle frequentazioni di viaggiatori e semplici turisti.
La presenza della Villa del Casale di Piazza Armerina non riesce ad alimentare ancora altri itinerari locali, in una terra che conserva paesaggi fisici ed umani uguali a quelli di decine di anni fa; gli stessi - espressione di una cultura profondamente rurale - che colpirono Giovanni Comisso nel suo tour isolano, descritto in "Sicilia" ( Pierre Cailler, Ginevra, 1953 ):
"Nella notte fitta di stelle le luci dei paesi elevati sulla cima dei monti, emergevano come fosforescenti meduse sulle acque di un mare notturno.
Il grande silenzio era rotto solo dal latrare dei cani a guardia dei casolari dei contadini sparsi nella valle.
Uscivano, tra tutte le stelle, Venere e Giove vicine a infondere il sonno più profondo negli uomini, ma già i contadini dovevano essere svegli, perché dalle stalle veniva il ragliare dei muli nel pretendere il pasto mattutino prima di partire per gli spiazzi lontani dove si batteva il frumento.
Già il primo albore definiva a oriente la piramide dell'Etna e per i duri sentieri della valle incominciò lo scalpiccio degli zoccoli ferrati dei muli coi contadini in groppa assonnati.
Uno scalpiccio che discendeva dai casolari invisibili verso il fondo della valle per andare oltre; nella stessa ora, altri contadini in groppa di altri muli discendevano dai villaggi o dai casolari sparsi, in tutta l'isola..."
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