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lunedì 13 giugno 2022

UNA PAGINA DI COMISSO SULLA GESTUALITA' DEI SICILIANI

Il Circolo dei Civili
o Accademia dei Zelanti ad Acireale.
Foto di Enzo Sellerio pubblicata
nel II volume dell'opera "Sicilia"
edita nel 1961 da Sansoni 
e dall'Istituto Geografico De Agostini


Il linguaggio gestuale dei siciliani è stato frequentissimo oggetto di notazioni di costume e di saggi antropologici. Nel 2002, ad esempio, Fabio Oliveri pubblicò "La gestualità dei siciliani" ( Krea Editore ). In anni più recenti, il nisseno Luca Vullo  ne ha fatto argomento di documentari e conferenze universitarie che hanno ottenuto attenzioni e successo in Inghilterra. Al tema della gestualità siciliana non è sfuggito neppure Giovanni Comisso, lo scrittore di Treviso che all'Isola del Novecento ha riservato una parte non indifferente della sua produzione letteraria e giornalistica. Nella raccolta di scritti pubblicati nel 1953 in "Sicilia" ( Pierre Cailler, Ginevra ), Comisso descrive un esempio di gestualità fra siciliani osservato nel catanese durante un viaggio su un vagone ferroviario:

"Tralascio di osservare il paesaggio per rivolgermi alla gente che viaggia con me. Due uomini da vicino stanno parlando con animazione, non è possibile intendere le loro parole tra il fragore del treno, ma è come se arrivassero nitide una per una, perché ogni parola è accompagnata da un gesto. Sembrano due sordomuti comunicanti col loro alfabeto a gesti. Quando parla uno, l'altro sta attento e guarda i suoi gesti, poi parla l'altro e il primo sta egualmente attento e guarda i suoi gesti, non parlano mai nello stesso tempo. I gesti vengono fatti sempre con ambi le mani e talvolta con una sola, ogni gesto è diverso dall'altro. Sovente gli indici fanno un occhiello coi pollici e sembra che una mano regga la bacchettina di un direttore d'orchestra: vengono scandite le accentuazioni di ogni parola, poi le dita si distendono aperte e unite e fanno un segno di pausa come per fare tacere una parte degli strumenti dell'orchestra. Tutte le volte che uno dei due parla di se stesso gli indici si appuntano verso il petto dalla parte del cuore. Si sorride pensando di trovarci fra uomini diventati signori della parola e ancora non credono nella sua efficacia, uomini nuovi e ci consola la loro freschezza in contrapposizione agli uomini del settentrione che nel parlare sollevano appena le labbra..."

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