Ritratto di Angelo Oliva a Salaparuta, nel 1936. Autore ignoto |
Conservate nei cassetti, spesso dimenticate o visionate di tanto in tanto - grazie a pomeriggi di ozio, riordini straordinari, traslochi - le fotografie possono far riemergere immagini di luoghi e di persone lontanissime nella memoria: soggetti cancellati nel frattempo dal tempo o dagli eventi della storia. La fotografia riproposta da ReportageSicilia è conservata in un vecchio raccoglitore in cuoio con le pagine di cartoncino nero riempite di piccoli rettangoli di carta fotografica in bianco e nero, ricavati da una pellicola 6 per 9. Sul retro dell'immagine, la scritta "Salaparuta, 1936" indica luogo e data dello scatto. L'anonimo fotografo consegnò allora alla memoria uno scorcio oggi non più esistente del paese del Belìce devastato dal terremoto del gennaio del 1968: una parte del sagrato della chiesa della Madonna del Piraino e, sullo sfondo, il tetto del mulino Caminneci. La persona raffigurata in posa sulla balaustra in pietra tufacea è Angelo Oliva, padre dell'autore di questo blog, nativo proprio di Salaparuta: il proprietario della macchina fotografica - una Kodak Duo 620 - con la quale venne realizzata da una mano amica l'immagine tramandata ai nostri giorni.
"In quanto tale - ha scritto Antonino Cusumano in un saggio dedicato ad un altro paese del Belìce cancellato dal terremoto ( "La Strada Maestra. Memoria di Gibellina", Comune di Gibellina, 2003 ) - ogni documento fotografico che si offre allo sguardo per essere descritto diventa immediatamente racconto, narrazione, emozione, flusso ininterrotto di un monologo interiore... Un contributo documentario di estremo interesse antropologico, un patrimonio fondamentale per la formazione di un archivio iconografico della memoria collettiva che risarcisce in qualche modo della perdita del paese e ne surroga la dolorosa assenza... Argine di difesa contro la morte, la fotografia può diventare simulacro, icona della speranza, ponte che ricongiunge ciò che è stato separato..."
Mi Chiamo Incalcaterra Giovanni e anche io ho centinaia di foto che mi piace condividere e che ho messo nella mia pagina facebook. Causa emigrazione in Germania a partire dagli anni dine '50 in poi sono entrate nella mia famiglia macchine fotografiche, cineprese e pellicole fotografiche. Mia madre in Germania nel 1966 lavorava in una fabrica KODAK in cui producevano macchine fotografiche e due sue sorelle lavoravano alla KINO BAUER a produrre cineprese e proiettori di diapositive e di pellicole 8 e super 8. Un fratello di mia madre lavorava alla Mercedes ed era lui l'appassionato di fotografia e di riprese che ha documentato tutta la mia infanzia e la storia della mia famiglia. Anche Camporeale il mio paese è stato colpito dal sisma del Belice e alcune foto mie documentano alcune fasi del post terremoto dalle tendopoli alle baracche ai giorni odierni. Alcune mie foto fatte davanti casa mostrano che le strade in passato erano ciotolate e non asfaltate e scene di vita quotidiana in un paesino agricolo della Sicilia negli anni '50 e '60. Le foto sono documenti che certificano il passato di una persona o di una comunità che bisogna mantenere vive.
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