Una delle statue di Villa Palagonia, a Bagheria. Foto di Fosco Maraini, opera citata nel post |
Critico letterario e d'arte, autore di centinaia di saggi, Mario Praz visitò più volte la Sicilia, riportandone l'impressione - ha sottolineato Matteo Collura - di un luogo in cui:
"il retroscena storico è profondissimo, e la varietà del paesaggio supplisce alla relativa ristrettezza spaziale, sicché si potrebbe facilmente sostenere che quello quello di Sicilia è il viaggio perfetto".
Nel giugno del 1956, Praz lasciò traccia di un passaggio nella celebre Villa Palagonia di Bagheria in un reportage pubblicato dalla rivista "Le Vie d'Italia" del Touring Club Italiano. Corredato dalle fotografie di Fosco Maraini, il critico d'arte contribuì allora ad alimentare la nutrita rassegna letteraria di giudizi e impressioni suscitate dall'edificio arricchito dalle beffarde statue di "mostri" da Ferdinando Francesco Gravina junior.
"Come per ogni altro movimento letterario o artistico, anche per il surrealismo si son trovati precursori. E tra questi - scrisse Mario Praz - è doveroso mettere anche quel Ferdinando Francesco Gravina junior che fu l'ideatore della bizzarra decorazione di Villa Palagonia a Bagheria presso Palermo..."
"... Si direbbe che la fantasia dello strambo Principe abbia voluto continuare l'opera della natura vulcanica che tanto prevale in Sicilia: la folla di mostri e grotteschi di un colore d'ocra schiaffeggiato di violente ombre nere ha un'aria di famiglia coi torrenti di lava pietrificati, e anche con le agitate sagome dei fichi d'India che si stagliano contro prode d'erba secca. E forse, anche senza la reazione neoclassica che spinse il figlio ed erede del Principe a condannare gran parte delle statue bizzarre che avevano esasperato i viaggiatori inglesi e Goethe, a essere sacrificate sugli altari dei mutati gusti, c'è una certa giustizia poetica nel ritorno, che d'anno in anno si accentua, di codeste bizzarrie alla informe materia.
Queste non erano statue fatte per durare nei secoli, ma tutt'al più per quanto durano le forme impietrate dalla lava tra una eruzione e l'altra. Impermanenti come la lava, marcescibili come la polpa dei fichi d'India, dovremmo proprio con un oramai tardivo restauro sottrarre le statue di Villa Palagonia al loro segnato destino?"
Nessun commento:
Posta un commento