Una mattina di almeno ottant'anni fa, l'anonimo autore di questa fotografia fissò il passaggio di una vettura nel paesaggio di un'edizione della Targa Florio.
Dopo avere assistito alle partenze della gara, il fotografo si mosse dalle tribune di Floriopoli verso il paese di Cerda: una passeggiata di pochi chilometri, seguendo il sinuoso tracciato di un circuito fatto più di polvere che di asfalto.
Scelta una collinetta occupata da un gruppetto di uomini e da un bambino - tutti coperti con cappelli e soprabiti, a protezione dal sole di maggio - iniziarono gli scatti dei passaggi dei concorrenti.
In quel punto, l'orizzonte della campagna cerdese offriva la vista di una masseria, e, più lontane, delle strutture di Floriopoli.
L'inquadratura riproposta da ReportageSicilia venne pubblicata nell'aprile del 1963 dalla rivista dell'ACI "l'Automobile", alla vigilia della 47a edizione : oggi, è la memoria dell'indissolubile rapporto fra la Targa Florio ed il paesaggio madonita che l'ha ospitata per buona parte dello scorso secolo.
Un simile accostamento fra cimento della meccanica ed attrattiva della natura venne così riassunto nel 1931 dalla rivista del TCI "Le Vie d'Italia":
"Questa corsa, che risale al 1906, si svolge fra gli incanti del paesaggio siciliano nella stagione più bella dell'anno, nella famosa primavera siciliana"
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