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venerdì 28 ottobre 2016

SICILIANDO











"Furono le pagine di Nino Savarese, in un suo opuscolo turistico sulla Sicilia nascosta, a farmi sentire il respiro della popolazione e il brivido delle piante ancora più folte e l'odore del pane mescolato all'afrore degli ovili, a figurarmi donne sui ballatoi, contadini accompagnati ai buoi, i castelli normanni, le zolfare fumose, le saline allucinanti, gli stazzi meridiani, con una chiarezza visiva e olfattiva: una solitudine attenta e operosa, fantasia e povertà.
Era questa la Sicilia concreta e faticosa, primigenia e umana, dove 'in certi punti di terra solitaria, la presenza di un albero, di un uomo, di un animale è circondata da uno strano stupore come se quelle cose volessero proporsi da esemplari della creazione'.
Era la Sicilia senza templi e senza ritrovamenti archeologici, stipata dalla natura e inestricabile dalle sue tradizioni, balenante di vulcani e di passioni ancor più vampanti, pudica e tracotante, generosa e vendicativa, ma italiana sino a un'estrema ragione che può essere mitica e cristiana, sofistica e cattolica, stoica e scettica"
Libero De Libero

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