Pescatori a Marettimo. Fotografia di Franco Patini tratta da "vie d'Italia e del Mondo" edito dal Touring Club Italiano nell'aprile del 1969 |
"Marettimo, "ultima che in mare giace, rocciosa, aspra", è stata da sempre, come l'Itaca di Ulisse, buona per forte gente di mare. Da Marettimo, in tempi di penuria, i pescatori sono emigrati in America, e lì, in California, hanno continuato a lavorare sul mare"
Così Vincenzo Consolo descrisse in "Meridiani Sicilia-Isole" edito a Milano nel giugno del 2000 da Editoriale Domus la realtà sociale di Marettimo, da sempre legata alle attività della pesca. L'emigrazione dei marettimari oltre l'Oceano Atlantico è un fenomeno a sé rispetto agli altri flussi migratori che nel Novecento hanno segnato le vicende delle rimanenti isole minori della Sicilia, a cominciare da Favignana e Levanzo e dalle Eolie. Ne ha scritto Gin Racheli in "Le isole minori della Sicilia", edito a Catania da Giuseppe Maimone Editore nel 1989:
"Tra il 1951 e il 1971 emigrarono dall'arcipelago ( delle Egadi, ndr ) 2214 persone, pari al 29 per cento della popolazione, altre 811 se ne andarono tra il 1971 e il 1975. Il fenomeno non dipese dalla crisi delle tonnare, quanto dall'evidente esubero della popolazione rispetto alle capacità reali di sussistenza delle Isole; d'altra parte, le attività traenti dell'agricoltura e del tufo furono abbandonate. Quella estrattiva a causa del proibitivo costo dei trasporti, quella agricola di riflesso all'emigrazione e alla disaffezione dei giovani.
Un caso particolare va considerato Marettimo, dove il flusso migratorio è tuttora in atto, mentre ha subìto un arresto negli ultimi tre anni nelle altre due Isole. Ma a Marettimo molti abitanti si trasferiscono ( più che emigrare ) per periodi di parecchi anni in America, dove da generazioni hanno cospicui interessi in fiorenti imprese di pesca, e in genere tornano a casa per trascorrervi la vecchiaia..."
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