Translate

domenica 10 novembre 2013

LE MATTONELLE MAIOLICATE SUI TETTI DI PALERMO

Vecchie mattonelle maiolicate
utilizzate come tegole di copertura a Palermo
nello storico palazzo Rudinì.
Il reimpiego era diffuso in tutta la Sicilia
e permetteva di sfruttare ancora
le antiche pavimentazioni dismesse
per l'usura del tempo.
Le fotografie di questo post
sono tratte dal volume "Abitare a Palermo -
Due palazzi e la loro storia tra Cinquecento ed Ottocento",
edito nel 1983 dall'Istituto Enciclopedia Italiana
G.Treccani per l'INA

Una passeggiata su terrazze o tetti di storici palazzi del centro storico di Palermo, oltre a svelare la quantità di cupole e campanili di chiese in città, rivela una consuetudine che ha preservato nel tempo la vita di migliaia di vecchie mattonelle maiolicate.
Dopo avere assolto il loro ruolo pavimentale - ed una volta sostituite con esemplari di più recente costruzione - le antiche mattonelle sono state riciclate nella funzione di tegole, grazie alle proprietà isolanti dello stagno contenuto nel loro smalto decorativo.


Altro esempio palermitano
di mattonelle maiolicate
utilizzate su prospetti e coperture
di un edificio in corso Vittorio Emanuele

La circostanza è stata sottolineata nel 1983 nel volume "Abitare a Palermo - Due palazzi e la loro storia fra Cinquecento ed Ottocento" edito dall'Istituto della Enciclopedia Italiana Giovanni Treccani per conto dell'Istituto Nazionale delle Assicurazioni.


Una cuspide di coronamento
realizzata con le mattonelle.
Le proprietà isolanti dello stagno
presente in queste maioliche
garantisce ancora oggi
la loro impermeabilità

L'opera - dedicata alla ristrutturazione dei palazzi Larderia e Rudinì da parte dell'INA - venne pubblicata in un'edizione che reca la dicitura "FUORI COMMERCIO", ed è quindi di non facile reperibilità sul mercato librario ( con l'eccezione delle solite offerte su internet ).
ReportageSicilia ripropone alcune fotografie e stralci di un saggio presente nel libro firmato da Paola Ferrari e dedicato alla storia delle mattonelle maiolicate in Sicilia.



La lettura del testo fornisce preziosi informazioni ai tanti appassionati di vecchie mattonelle pavimentali siciliane ( purtroppo spesso oggetto di furto ), facendo loro scoprire i numerosi influssi subiti nell'isola anche da questa secolare forma d'arte e di artigianato.

"... L'arte della ceramica nel XIII secolo, dopo un periodo di involuzione tecnica ed artistica dovuto alla persecuzione dei musulmani nell'isola, riprese vigore e forza dai continui contatti con il mondo spagnolo.


Pavimentazione del salone
principale di palazzo Rudinì.
La maggiore diffusione delle
mattonelle maiolicate in Sicilia
si ebbe fra i secoli XVII e XIX.
La produzione isolana subì la concorrenza
di quella napoletana,
basata su criteri industriali
e quindi più economica
per il committente 

Erano gli anni delle Crociate e nelle fornaci di Agrigento di epoca angioina aragonese, ad esempio, si trovano alcuni frammenti di maiolica, testimonianze di un nuovo modo di trattare il vasellame basato sull'impiego dello stagno che formava uno strato bianco coprente su cui si applicava facilmente, e con buona resa, i colori prima della seconda cottura...


Altro esempio di pavimentazione
riutilizzata per la copertura dei tetti.
Anche in questo caso,
l'impiego riguarda palazzo Rudinì

... Un passo decisivo verso la definitiva adozione della tecnica a smalto stannifero si ebbe nel corso del XV secolo: la dizione 'di Mursia' usata nei documenti dell'epoca se a volte indica la provenienza da Murcia, altre volte indica un tipo molto pregiato di produzione siciliana difficilmente distinguibile da quella spagnola. Venivano dette 'di Mursia' anche particolari mattonelle smaltate e decorate usate sia per il rivestimento dei pavimenti delle chiese o delle abitazioni nobili, che per la copertura d'importanti edifici...



Esemplari di mattonelle
siciliane e napoletane
utilizzate nell'edilizia di palazzi e chiese
fra il secolo XVII e il XIX.
Si notano i marchi
"Carmelo Gerbino e figli"
di Santo Stefano di Camastra
e "Mariano Guida" di Napoli


... Al primo quarto del 1600 risalgono le mattonelle maiolicate dai colori blu tipicamente ispanizzanti uniti a motivi rinascimentali a stemmi entro corone robbiane policrome...
... Un rinnovamento del repertorio decorativo delle mattonelle si ebbe a Palermo quando nella seconda metà del XVII secolo le officine napoletane ne fornirono un'abbondante produzione...





... Di origine moresca inoltre è l'uso di unire insieme mattonelle di terracotta e maiolica, che perdurò nella costruzione dei pavimenti fino alla fine del '600, quando, a causa di un violento terremoto, furono rase al suolo molte fabbriche di ceramisti e buona parte non solo nella città di Caltagirone ma di molte altre città della Sicilia orientale. 
Intanto a Palermo l'attività dei maiolicari nel XVIII secolo andava specializzandosi sempre di più nella produzione delle mattonelle maiolicate e nella posa in opera di grandi pavimenti decorati nelle chiese e nei palazzi privati...





... La più grande concorrente nella produzione di mattoni maiolicati - le 'riggiole' - fu la città di Napoli che con le sue fabbriche impiantate in modo industriale riusciva ad ottenere ottimi risultati a minore costo. Molta parte della nobiltà palermitana si rivolse sempre più spesso, sul finire del Settecento, a questo tipo di mattonelle complesse per realizzare imponenti pavimentazioni di gusto neoclassico o tardo-arcaico che s'intonavano con il fasto degli stucchi e delle pitture dei grandi saloni delle ville o dei palazzi nobili.
Verso la fine del secolo perciò, il mercato palermitano venne invaso da prodotti napoletani che nella decorazione avevano una maggiore precisione di tratto e nell'impasto dell'argilla una maggiore compattezza e resistenza alle rotture...




... Una certa concorrenza venne dall'impianto di alcune nuove officine palermitane che si proponevano di rilanciare la maiolica napoletana fabbricando un prodotto di alto livello artistico e qualitativo. Il premio ricevuto dalla fabbrica dell'ingegnere Achille Albanese e del fratello Carmelo all'Esposizione di Milano del 1881, e la raccolta di ceramiche antiche formata dal fondatore della fabbrica 'Ceramica Florio', che sul finire del secolo aveva impiantato macchinari imponenti, ne sono delle prove...
... Sono della fine dell'Ottocento molte sostituzioni di pavimenti settecenteschi di case private ormai logorati dall'uso non solo nelle piccole città ma anche a Palermodove venivano rimossi dalle chiese, dalle ville e dai palazzi nobiliari per sostituirli con le mattonelle maiolicate ottocentesche più resistenti, ma meno belle e più ripetitive nelle decorazioni.
Per lo più si passa dai grandi e larghi disegni che coinvolgevano con intrecci di fiori e foglie tutto il pavimento, alla esecuzione di un motivo decorativo su una sola o al massimo su quattro mattonelle...
... Santo Stefano di Camastra fu l'unico centro che sul finire del secolo poteva gareggiare con i prodotti napoletani non solo esportandoli nell'isola ma anche nei mercati della Sardegna, di Reggio Calabria e della vicina Lipari. 
Altro mercato d'esportazione di tali maioliche fu quello delle isole Eolie, dove troviamo le stesse caratteristiche decorative e strutturali delle mattonelle palermitane...".







  

  

Nessun commento:

Posta un commento